Cloud
Cloud pubblico, impatto del nuovo regolamento ACN sui piccoli comuni
Il nuovo Regolamento ACN sul cloud pubblico aiuta i piccoli comuni a gestire meglio sicurezza, efficienza e costi operativi.
L’adozione del cloud pubblico nelle pubbliche amministrazioni italiane sta trasformando il modo in cui i comuni gestiscono le proprie infrastrutture IT. Questa transizione porta numerosi vantaggi in termini di efficienza e scalabilità, ma comporta anche sfide significative, soprattutto per i piccoli comuni. Il nuovo Regolamento Cloud dell’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale (ACN) è cruciale per qualificare i servizi cloud e guidare i comuni attraverso questa trasformazione.
Vantaggi del cloud pubblico per i piccoli comuni
Il cloud pubblico offre una gestione più efficiente delle operazioni quotidiane.
Gli aggiornamenti automatici garantiscono che il software sia sempre aggiornato, migliorando la sicurezza e l’efficienza operativa.
Backup e sicurezza
Grazie al cloud pubblico, il backup dei dati è gestito da personale qualificato, riducendo i rischi di perdita di dati. Inoltre, la cybersecurity viene gestita in modo professionale, offrendo una protezione robusta contro le minacce informatiche.
Continuità operativa
La migrazione al cloud pubblico riduce la criticità dei server locali, che possono essere vulnerabili a guasti o attacchi. Con i dati ospitati nel cloud, i comuni possono continuare a operare senza interruzioni anche in caso di problemi locali.
Vantaggi non percepiti del cloud pubblico
I piccoli comuni non sempre sfruttano appieno la scalabilità del cloud pubblico. La crescita delle loro esigenze è lenta, quindi le capacità elastiche del cloud restano spesso sotto-utilizzate.
Provisioning elastico
Anche il provisioning elastico, che consente di adattare rapidamente le risorse IT alle esigenze, è meno rilevante per i piccoli comuni. Questo aspetto del cloud pubblico viene sfruttato poco.
Integrazione limitata
I software trasferiti nel cloud spesso non sono progettati per una piena integrazione con le piattaforme cloud, limitando così i benefici. Questo porta alla percezione che il cloud pubblico sia semplicemente “il server di qualcun altro”.
Sfide del cloud pubblico per i piccoli comuni
Un importante svantaggio percepito è l’aumento dei costi operativi. Le valutazioni indicano un incremento dei costi dal 10 al 35%, ponendo una sfida significativa in termini di sostenibilità economica.
Rischio di lock-in
Il lock-in, o dipendenza dal fornitore per la gestione dei dati, è un problema rilevante. I comuni rischiano di rimanere vincolati a un unico fornitore, limitando la loro flessibilità.
Cambiamenti organizzativi
La migrazione al cloud pubblico richiede cambiamenti organizzativi significativi, spesso non previsti. Senza una pianificazione adeguata, i comuni non riescono a sfruttare appieno i benefici del cloud.
Competenze tecniche
La mancanza di competenze specifiche sulle tecnologie cloud è una barriera importante. La scarsa comprensione delle tecnologie e dei termini contrattuali può portare a una gestione inefficace dei servizi cloud.
Il nuovo regolamento cloud di ACN
Il nuovo Regolamento Cloud, adottato da ACN, aggiorna i livelli minimi di sicurezza e le caratteristiche operative per rispondere al mutato scenario di rischio, definendo i termini del procedimento di rilascio delle qualifiche.
Abrogazioni e pulizia normativa con il Cloud Pubblico
Il regolamento abroga varie determine e decreti precedenti, semplificando il quadro normativo. In particolare, vengono abrogate le determine 306 e 307 del 2022, che hanno costituito un punto di riferimento per il cloud pubblico nelle PA.
Impatti del regolamento ACN sulle infrastrutture digitali
Il regolamento stabilisce i livelli minimi di sicurezza per le pubbliche amministrazioni, definendo requisiti di capacità elaborativa, risparmio energetico e affidabilità delle infrastrutture digitali.
Qualità e scalabilità
Sono definiti i requisiti di qualità, sicurezza, performance e scalabilità dei servizi cloud, oltre alle modalità di migrazione e classificazione dei dati e dei servizi digitali.
Procedimento di qualificazione con il Cloud Pubblico
Il regolamento dettaglia il procedimento di qualificazione dei servizi cloud pubblico, specificando le modalità di adeguamento delle infrastrutture digitali e dei servizi cloud.
Classificazione dei dati
Il capo II si concentra sulla caratterizzazione e classificazione dei dati e dei servizi digitali, classificandoli in ordinari, critici e strategici, con aggiornamenti periodici ogni due anni.
Livelli minimi delle infrastrutture digitali
Il capo III stabilisce i livelli minimi delle infrastrutture digitali, con requisiti specifici per la sicurezza, capacità elaborativa e risparmio energetico, in base alla classificazione dei dati.
Migrazione dei dati con il Cloud Pubblico
Il capo IV indica le modalità di migrazione dei dati e dei servizi digitali, richiedendo la presentazione di un piano di migrazione dettagliato entro il 30 giugno 2026.
Livelli di infrastruttura
Il capo V introduce i concetti di livello di infrastruttura, con classificazioni da AI1 a AI4 per le infrastrutture digitali e da AC1 a AC4 per i servizi cloud, basati su requisiti di adeguamento e qualificazione.
Conclusioni
Il passaggio al cloud pubblico rappresenta una sfida complessa ma necessaria per i piccoli comuni italiani. Sebbene i benefici in termini di efficienza e sicurezza siano evidenti, rimangono questioni aperte riguardanti i costi e le competenze tecniche. Il nuovo Regolamento Cloud di ACN offre un quadro normativo chiaro e strutturato per guidare le amministrazioni pubbliche in questo processo, promuovendo una migrazione al cloud sicura e vantaggiosa.