Cybersecurity
Banche in pericolo per la crisi dei mutui?
La crisi dei mutui post-pandemia minaccia banche e clienti in Italia. Sfide finanziarie richiedono flessibilità e opportunità di sostegno europeo.
La crisi economica scaturita dalla pandemia di Covid-19 ha impattato pesantemente sul mercato immobiliare e sui prestiti bancari. Molti mutuatari hanno lottato per onorare i loro impegni ipotecari a causa della perdita di reddito o di lavoro. Una parziale soluzione è stata offerta dalla moratoria sui mutui, prevista dal decreto Cura Italia, che ha consentito di sospendere i pagamenti fino al 30 giugno 2024. Tuttavia, questa misura ha solo temporaneamente mitigato la situazione anziché risolverla.
Secondo i dati dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), a dicembre 2023 i mutui in moratoria ammontavano a circa 1,6 milioni, con un valore di 160 miliardi di euro, pari al 18% del totale dei mutui. Il 60% di questi riguardava l’acquisto della prima casa, il 25% la ristrutturazione e il 15% altri scopi. C’è il rischio che, una volta terminata la moratoria, molti di questi mutui diventino sofferenze, con conseguenze negative sia per le banche che per i clienti.
Conseguenze per le Banche
Le banche si trovano di fronte a due sfide principali: la gestione del credito deteriorato e la salvaguardia della solidità patrimoniale. Il credito deteriorato, costituito da prestiti ad alto rischio o già in default, comporta costi aggiuntivi per le banche, che devono accantonare riserve per coprire le eventuali perdite. Inoltre, riduce la capacità delle banche di concedere nuovi prestiti, limitando il loro ruolo di supporto all’economia reale.
La solidità patrimoniale è la capacità delle banche di assorbire le perdite derivanti dai rischi a cui sono esposte. Questa viene misurata tramite il rapporto tra il capitale di qualità (Tier 1) e gli attivi ponderati per il rischio (RWA), che deve essere superiore al 4,5% secondo le regole di Basilea 3. Se questo rapporto scende al di sotto di tale soglia, le banche devono aumentare il capitale o ridurre il rischio.
Risposta delle Banche Italiane
Le banche italiane hanno compiuto sforzi significativi negli ultimi anni per ridurre il loro stock di crediti deteriorati. Grazie a operazioni di cessione dei crediti deteriorati e a garanzie pubbliche come il meccanismo GACS, i crediti deteriorati lordi delle banche italiane sono diminuiti del 57% rispetto al picco del 2018.
Tuttavia, la crisi dei mutui potrebbe portare a una nuova ondata di crediti deteriorati, mettendo a rischio la solidità patrimoniale delle banche. Secondo le stime della Banca d’Italia, il rapporto tra il capitale di qualità e gli attivi ponderati per il rischio delle banche italiane potrebbe scendere al 12,8% in uno scenario avverso.
Opportunità per le Banche Italiane
Nonostante le sfide, le banche italiane possono cogliere opportunità per migliorare la loro redditività e competitività. Le politiche fiscali e monetarie messe in campo dalle istituzioni europee e nazionali offrono opportunità come il Next Generation EU e il TLTRO III.
Il Next Generation EU prevede fondi da spendere entro il 2026 per rafforzare la crescita economica, la coesione sociale e la transizione ecologica e digitale. Le banche possono facilitare l’accesso ai fondi europei offrendo servizi di consulenza e finanziamento.
Il TLTRO III è un programma di prestiti a condizioni agevolate offerto dalla BCE alle banche dell’area euro per incentivare la concessione di credito. Questo programma fornisce liquidità a basso costo per erogare nuovi prestiti o rifinanziare il debito esistente.
Conseguenze per i Clienti
I mutuatari sono tra i soggetti più esposti alla crisi dei mutui. Alcuni potrebbero non essere in grado di riprendere i pagamenti, rischiando ritardi o inadempienze e la perdita della garanzia immobiliare. Altri potrebbero cercare di rinegoziare le condizioni del mutuo.
Comportamento delle Banche verso i Clienti in Difficoltà
Le banche possono adottare un atteggiamento rigido o flessibile verso i clienti in difficoltà. L’atteggiamento flessibile può favorire la ristrutturazione del debito e migliorare la reputazione e la fidelizzazione dei clienti. La propensione alla flessibilità dipende da vari fattori, tra cui la dimensione della banca, il rapporto con il cliente e le normative vigenti.