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L’impatto dell’inflazione sui prestiti per le famiglie

L’alta inflazione spinge i prestiti per le famiglie a basso reddito, ma i criteri bancari più severi ne rendono difficile l’accesso.

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Prestiti per famiglie
Banconote e monete in Euro

Negli ultimi tre anni e mezzo, le famiglie europee hanno vissuto una fase di alta inflazione che ha avuto ripercussioni dirette sul loro potere d’acquisto e sulle dinamiche dei prestiti. Questo fenomeno ha spinto molte famiglie, soprattutto quelle a basso reddito, a rivolgersi al credito al consumo per sostenere le loro spese quotidiane, nonostante l’aumento dei tassi di interesse. La Banca Centrale Europea (BCE) ha rilevato un aumento significativo delle richieste di finanziamento, segnalando un cambiamento nella composizione dei richiedenti.

Prestiti per le famiglie: crescono le richieste respinte

L’inflazione elevata ha eroso il potere d’acquisto dei salari, che in molti paesi europei non sono cresciuti in modo adeguato per compensare l’aumento dei prezzi. Ad esempio, l’Italia ha registrato un calo del salario reale di circa l’8% dal 2019 al 2023, mentre la Germania ha visto una riduzione di quasi il 5%. In contrasto, paesi come il Portogallo hanno mostrato una crescita dei salari reali del 7% nello stesso periodo. Queste disuguaglianze hanno avuto un impatto diretto sulla capacità delle famiglie di far fronte alle spese, spingendo molte verso il credito al consumo come soluzione di emergenza.

Richiesta prestito respinta

La BCE ha anche osservato un aumento del 5,7% nelle richieste di prestito per le famiglie respinti. Questo fenomeno riflette un inasprimento dei criteri di concessione del credito da parte delle istituzioni finanziarie, che adottano misure più restrittive per ridurre il rischio di insolvenza. Le famiglie a basso reddito, che rappresentano un rischio maggiore, sono state le più colpite da queste restrizioni, trovandosi spesso senza accesso ai fondi necessari per gestire le spese quotidiane.

Disparità nel credito: le diverse reazioni dei consumatori

L’analisi dei dati raccolti dalla BCE evidenzia un cambiamento significativo nel comportamento dei consumatori in relazione al credito. Le famiglie con redditi più elevati tendono ora a evitare l’indebitamento, probabilmente grazie a una maggiore capacità di assorbire gli shock economici senza dover ricorrere al credito. Al contrario, i prestiti per le famiglie a reddito più basso sono sempre più ricercati, in particolare per il credito al consumo, allo scopo di far fronte alle loro necessità immediate.

Questa tendenza è visibile nella crescita del 4,7% delle domande di credito al consumo tra le famiglie a basso reddito nel periodo aprile 2022-gennaio 2024. Al contrario, la domanda di mutui si è raffreddata, segnando un aumento di appena lo 0,5% nello stesso periodo. Questo cambiamento nella composizione del credito richiesto riflette non solo le esigenze diverse delle famiglie, ma anche le loro capacità differenti di gestire il debito a lungo termine.

La maggiore difficoltà di accesso al credito per le famiglie a basso reddito è ulteriormente complicata dalla tendenza delle banche a rigettare un numero crescente di richieste di prestito. Le istituzioni finanziarie, infatti, tendono a essere più prudenti nei confronti dei richiedenti con una capacità di rimborso meno solida, aumentando così le barriere per coloro che hanno più bisogno di sostegno finanziario.

Prospettive future dei prestiti per le famiglie: tra cautela e necessità

La prospettiva economica per le famiglie europee rimane incerta, con l’inflazione che continua a rappresentare una sfida significativa. La reazione delle banche, con un inasprimento dei criteri di concessione del credito, potrebbe limitare ulteriormente l’accesso ai fondi necessari per molte famiglie, aggravando la situazione di chi già lotta per arrivare a fine mese.

In questo scenario, la BCE e altre istituzioni finanziarie potrebbero dover considerare nuove strategie per bilanciare la necessità di stabilità finanziaria con la crescente domanda di supporto economico da parte delle famiglie più vulnerabili. La sfida sarà trovare un equilibrio che non solo protegga il sistema bancario, ma che allo stesso tempo offra le necessarie vie d’uscita per chi si trova in difficoltà economiche acute.

È possibile che in futuro vengano sviluppate politiche mirate a sostenere specificamente le famiglie a basso reddito, magari attraverso la creazione di programmi di credito agevolato o di fondi di garanzia che riducano il rischio per le banche. Inoltre, potrebbe essere utile un rafforzamento delle misure di educazione finanziaria per aiutare le famiglie a gestire meglio il proprio debito e a fare scelte economiche più consapevoli.

In conclusione, l’attuale ambiente economico richiede un monitoraggio attento e risposte politiche che possano adattarsi rapidamente alle mutate condizioni economiche e sociali in Europa. La capacità di comprendere e anticipare le esigenze delle famiglie meno abbienti sarà cruciale per garantire che il credito rimanga uno strumento di sostegno e non diventi un ulteriore fattore di rischio.

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