Open Finance
Open Finance in Europa, tra innovazione e sfide regolatorie
La Commissione europea mira a stimolare l’innovazione finanziaria, ma solleva preoccupazioni sulla protezione dei dati nell’Open Finance.
L’Open Finance rappresenta una frontiera innovativa nel settore finanziario, promettendo di abbattere le barriere esistenti e facilitare lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi da parte di terzi, mediante l’utilizzo dei dati dei clienti detenuti dalle istituzioni finanziarie.
Tuttavia, la proposta della Commissione europea in merito solleva non poche perplessità, in quanto potrebbe mancare di un necessario equilibrio tra l’apertura del mercato e la protezione dei dati sensibili. In questo articolo, esploreremo le implicazioni di questa proposta, le preoccupazioni sollevate dal Centro per le politiche europee (Cep) e le possibili vie di mediazione.
La visione della Commissione Europea sull’Open Finance
La Commissione europea si impegna a rimuovere gli ostacoli che impediscono ai terzi di sviluppare nuovi prodotti e servizi finanziari, puntando su un contesto di finanza aperta regolamentato da un atto giuridico specifico. Questo regolamento mira a disciplinare l’accesso, il trasferimento e l’utilizzo dei dati finanziari dei clienti, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione e la competitività nel settore.
Preoccupazioni sul fronte della proporzionalità
Nonostante le buone intenzioni, il Cep esprime serie riserve riguardo alla proposta, considerandola sproporzionata e potenzialmente impraticabile. La critica principale si rivolge all’obbligo imposto a un vasto numero di istituti finanziari di condividere i dati dei propri clienti con terze parti, senza che vi sia necessariamente un fallimento del mercato a giustificare tale misura.
Obblighi eccessivi e rischi per la concorrenza Open Finance
Gli esperti del Cep, Philipp Eckhardt e Anastasia Kotovskaia, mettono in luce come l’approccio adottato dalla Commissione europea possa risultare eccessivo. La loro preoccupazione si estende anche all’accesso che verrebbe concesso ai fornitori di servizi di informazione finanziaria di Paesi terzi, i quali non necessitano di avere una filiale nell’Unione Europea ma solo di nominare un rappresentante legale in uno degli Stati membri. Questa disposizione solleva timori relativi a potenziali distorsioni concorrenziali e alla mancanza di opportunità equivalenti per le imprese europee di accedere ai dati di clienti di istituzioni finanziarie di Paesi terzi.
La necessità di un approccio equilibrato
La critica maggiore riguarda la mancanza di un approccio equilibrato che consideri sia la necessità di stimolare l’innovazione e la competitività nel settore finanziario, sia l’importanza di proteggere i dati sensibili dei consumatori, senza compromettere la sicurezza e la privacy individuale. Questo delicato equilibrio è fondamentale per mantenere la fiducia dei consumatori nel sistema finanziario, elemento vitale per il suo corretto funzionamento. In questo contesto, appare evidente la necessità di delineare obblighi più mirati e meno invasivi, che possano garantire un equilibrio tra le varie esigenze in gioco, inclusa la tutela degli interessi dei consumatori e la promozione di un ambiente competitivo che incoraggi l’innovazione responsabile e inclusiva.
Verso una soluzione equilibrata per l’Open Finance
Una possibile soluzione potrebbe prevedere la revisione degli obblighi imposti agli istituti finanziari, optando per misure più flessibili che permettano di valutare caso per caso la necessità di condividere i dati, in base a effettivi fallimenti del mercato o a specifiche esigenze di innovazione.
Promuovere la concorrenza equa
È fondamentale garantire condizioni di concorrenza eque per tutte le parti interessate, inclusi i fornitori di servizi di informazione finanziaria di Paesi terzi. Questo potrebbe tradursi nell’introduzione di requisiti più stringenti per l’accesso ai dati, o nel fornire maggiori opportunità alle imprese europee per accedere ai mercati esteri.
Un cammino da percorrere insieme
L’Open Finance rappresenta un’opportunità significativa per il settore finanziario europeo, ma richiede un approccio regolatorio che sia equilibrato e attentamente ponderato. La critica sollevata dal Cep evidenzia l’importanza di considerare tutti gli aspetti e le implicazioni di questa proposta, per garantire che l’innovazione possa procedere di pari passo con la protezione dei consumatori e la promozione di una concorrenza leale. Solo attraverso un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate sarà possibile raggiungere una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti gli attori coinvolti e che ponga le basi per un futuro finanziario aperto, innovativo e sostenibile.