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Unimpresa: collasso dei prestiti bancari, -50 miliardi in un anno 

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Nell’ultimo anno, l’Italia ha affrontato una crisi finanziaria senza precedenti con i prestiti bancari, subendo un drammatico crollo di oltre 50 miliardi di euro, ovvero una riduzione superiore al 3%. 

Questa situazione ha portato a una stretta creditizia che ha colpito duramente imprese e famiglie. Il rapporto allarmante del Centro Studi di Unimpresa rivela una tendenza preoccupante, con le banche che tagliano ogni tipo di finanziamento alle imprese, mentre le famiglie si trovano a dover fare i conti con un saldo negativo di 10 miliardi di euro. 

Prestiti bancari in caduta libera: l’analisi di Unimpresa

Il Centro Studi di Unimpresa, attingendo a dati statistici forniti dalla Banca d’Italia, ha rivelato una diminuzione significativa degli impieghi bancari ai privati, registrando un crollo di 49,3 miliardi di euro, pari al 3,66%. Sebbene alcuni settori del credito possano contestare tali cifre, esse forniscono uno sguardo inquietante sulla situazione finanziaria attuale. 

Il settore aziendale è stato duramente colpito, con i prestiti alle imprese che hanno subito una contrazione significativa, passando dai 664,5 miliardi di euro di novembre 2022 ai 625,2 miliardi di euro di novembre 2023, con una diminuzione di 39,2 miliardi, equivalente al 5,90%. 

Questo declino riguarda sia i finanziamenti a breve termine che quelli a lungo periodo, con un calo rispettivamente del 6,98% e del 7,37%. Inoltre, il credito a medio termine ha subito una diminuzione del 1,61%, riflettendo un trend negativo che coinvolge ogni aspetto del settore aziendale.

Uno degli elementi chiave che ha contribuito a questa stretta creditizia è stato l’aumento dei tassi d’interesse. Le banche, rispondendo a questa nuova realtà finanziaria, hanno tagliato drasticamente ogni forma di finanziamento alle imprese. 

Questo ha portato a una riduzione complessiva del 6% nei prestiti, creando una tempesta perfetta sul credito bancario. Parallelamente, le famiglie hanno sperimentato un saldo negativo di 10 miliardi di euro, con i mutui sostanzialmente fermi e i prestiti personali in picchiata di quasi 14 miliardi.

Crescono i profitti delle banche ma anche le sofferenze nette

Il rapporto mensile di Unimpresa ha anche evidenziato un aumento significativo delle sofferenze nette, che sono cresciute del 10% in un anno, passando da 16 miliardi a quasi 18 miliardi di euro. 

Questo aumento contrastante delle sofferenze nette è accompagnato da una crescita dei profitti bancari, che potrebbero superare i 40 miliardi nel 2023, secondo le stime più recenti. 

Questo fenomeno ha sollevato interrogativi sulle pratiche delle banche e sulla loro connessione con la realtà economica vissuta da cittadini e imprese.Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, ha sottolineato la disconnessione tra il successo finanziario delle banche e le difficoltà dell’economia reale. 

Mentre le banche prosperano grazie all’aumento dei tassi, cittadini e imprese stanno pagando il prezzo della stretta creditizia. La situazione è particolarmente preoccupante perché le industrie bancarie e i loro manager vedono aumentare i loro profitti, mentre l’economia reale lotta senza mezzi finanziari adeguati per affrontare le sfide del periodo difficile che si prospetta.

Dunque, l’analisi dettagliata del rapporto di Unimpresa offre uno sguardo profondo sulla crisi finanziaria in corso in Italia. La stretta creditizia ha impattato in modo significativo prestiti alle imprese e alle famiglie, creando un divario crescente tra il successo delle banche e le difficoltà dell’economia reale. Con sofferenze nette in aumento e profitti bancari record, il futuro del panorama finanziario italiano rimane incerto. 

La questione centrale resta come questa situazione evolverà e quali saranno le implicazioni a lungo termine per il tessuto economico del paese? Solo il tempo potrà rispondere a queste domande, mentre imprese e famiglie cercano di adattarsi a una realtà finanziaria in rapido cambiamento.

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