Seguici su

Wealthtech

Cova, la startup nigeriana di wealthtech, soffre una chiusura inaspettata: Dietro le quinte di una decisione epocale

Avatar

Pubblicato

il

Nel cuore dell’ecosistema delle startup nigeriane di wealthtech, un annuncio ha scosso le fondamenta: Cova, la promettente piattaforma di monitoraggio dei beni, si prepara a chiudere i battenti. 

Fondata nel dicembre 2021 da Olu’yomi Ojo e Yomi Osamiluyi, ex-CEO e fondatore di Printivo, la startup aveva suscitato aspettative significative. Tuttavia, in una email agli utenti inviata il 23 gennaio, i co-fondatori hanno dichiarato che la chiusura era inevitabile, citando “diversi fattori”. 

Cova: Una breve storia di ambizione e sfide

Cova, nata per essere la “fonte di verità” per il monitoraggio dei beni, ha rapidamente attratto l’attenzione degli investitori, raccogliendo oltre 800.000 dollari, con Olumide Soyombo, investitore e imprenditore nigeriano, co-fondatore di Bluechip Technologies e Voltron Capital, che ha investito in oltre 20 startup africane di successo, tra i principali sostenitori.

La piattaforma innovativa di Cova offriva agli utenti la possibilità di aggregare, gestire e monitorare tutti i loro beni in un’unica interfaccia, una soluzione ambiziosa ma apparentemente necessaria. Tuttavia, nonostante la visione e l’impegno dei fondatori, Cova ha annunciato la sua chiusura imminente, fissata per il 10 febbraio 2024.

Nel suo primo anno di attività, questa piattaforma ha affrontato sfide significative, tra cui la richiesta da parte degli utenti di maggiore integrazione. Gli utenti, con conti bancari in paesi diversi, infatti, hanno espresso il bisogno di collegare tutti i loro conti a Cova per una visione più completa. 

Inoltre, la mancanza di familiarità con l’idea di preparare la gestione dei beni in previsione della morte ha dimostrato di essere un ostacolo culturale significativo. Come la startup ha cercato di superare queste sfide e le lezioni apprese da tali sforzi sono essenziali per comprendere il panorama della wealthtech in evoluzione.

Cova e i motivi dietro la chiusura della wealthtech

Nel suo memoir di business “Vantage“, un libro contenente preziosi consigli su investimenti, ambizione e imprenditoria, pubblicato nell’agosto 2023, Olumide Soyombo, uno degli investitori chiave di Cova, fornisce uno sguardo penetrante sulla situazione. 

Mentre riconosce l’importanza della soluzione offerta da Cova, Soyombo rivela che, due anni dopo la sua creazione, il prodotto “non stava guadagnando alcuna trazione“. La voce degli investitori emerge come un elemento critico nella decisione di chiudere le operazioni, sottolineando la necessità di agire nell’interesse di tutte le parti interessate. 

Cova, infatti, pur offrendo una soluzione innovativa, ha dovuto affrontare diverse sfide nel suo percorso. Ojo, uno dei co-fondatori, ha rivelato in una email senza data agli investitori che, è stato ritenuto più prudente agire nell’interesse di investitori e delle parti interessate di Cova, piuttosto che continuare a spendere fondi senza una chiara via verso la redditività.

La chiusura di Cova, però, solleva domande sullo stato complessivo della wealthtech in Africa e sulla risposta degli utenti alle soluzioni innovative come questa. Cova, però, non è l’unica società wealthtech africana che ha cercato di offrire una piattaforma completa per il monitoraggio dei beni, altre startup africane, come Twinku, stanno man mano proponendo soluzioni simili. 

Twinku, infatti, tra i suoi servizi propone la gestione gli asset, la pianificazione dell’eredità, la possibilità di collegare diversi conti bancari e fintech e una cassaforte personale per conservare in modo sicuro note, documenti, immagini e video. Il tutto da una semplice app. 

La chiusura di Cova, tuttavia, rappresenta un momento di riflessione per l’intera comunità delle startup nigeriane di wealthtech. La storia di Cova offre non solo una panoramica delle difficoltà specifiche incontrate dalla startup, ma anche una finestra sulle sfide più ampie che affronta l’ecosistema della wealthtech in Nigeria e in Africa.

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *